COLLEZIONI E BIODIVERSITÀ


La digitalizzazione delle informazioni costituisce, oggi, una strategia centrale per rendere accessibili, su scala globale, i dati scientifici sulla biodiversità. È in relazione a tale esigenza che si collocano iniziative internazionali quali la Global Biodiversity Information Facility (GBIF), il Portale Europeo BioCASE (Biological Collection Access Service), Life Watch e, in Italia, la recente iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per la creazione del Sistema informativo Ambiente 2010, convergendo verso la realizzazione di infrastrutture informatiche capaci di favorire l’interscambio di informazioni tra banche dati attraverso standard e protocolli condivisi. I musei naturalistici rappresentano, in tale contesto, una risorsa di particolare rilievo. È ad essa che guardano iniziative come il Global Strategy and Action Plan for the Digitisation of Natural History CollectionsSynthesys e i Biodiversity Information Standards (TDWG), con l’obiettivo di mobilitare le informazioni contenute nelle collezioni secondo standard comuni ai musei e compatibili con i progetti di studio della biodiversità.In Italia, la catalogazione dei beni museali naturalistici ha seguito percorsi diversi legati agli standard sviluppati da alcune regioni e alle esigenze dei singoli musei. I dati relativi ai reperti sono oggi complessivamente poco accessibili in formato digitale e, per lo più, disponibili in formati eterogenei. A fronte di tale situazione, la recente normativa prodotta dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) e la realizzazione del Sistema Informativo Ambiente 2010 costituiscono un punto di riferimento per la digitalizzazione dei dati delle collezioni museali e, più in generale, relativi alla biodiversità.

L’esigenza di sistemi informativi che consentano lo scambio di dati distribuiti su diversi database ha, nel frattempo, stimolato lo sviluppo di standard internazionali (tra i più diffusi ABCD – Access to Biological Collection Data) assunti dai principali network europei (e globali) dedicati alla biodiversità e dai più importanti musei naturalistici in Europa. È verosimilmente a questi standard che potrà allinearsi, in prospettiva, il Sistema Informativo Ambiente 2010.